Cosa ne pensate?
Da questa settimana vedrete in giro i manifesti del the Bridge Institute.
Andranno ad arricchire di colore le strade di Rivoli e di tanti comuni limitrofi.
Vi piacciono?
Teniamo a sottolineare con orgoglio la presenza sul manifesto del logo del Comune di Rivoli che ha riconosciuto con il Patrocinio la nostra attività. A Rivoli dal 1984 !
Storia dei primi manifesti pubblicitari
il manifesto è il mezzo pubblicitario più antico.
Nel ‘700 la pubblicità occupava in modo stabile la quarta pagina dei quotidiani, rimasta fino agli anni ’20; inizialmente gli annunci erano gratuiti, verso la fine del ‘700 se ne intuì la portata e divennero a pagamento.
Lo sviluppo e la nascita dei manifesti pubblicitari va di pari passo alla rivoluzione industriale; a fine ‘800 nelle grandi città come Parigi e Londra l’aria della rivoluzione stava coinvolgendo tutti, e artisti ed editori non poterono non lasciarsi contagiare dalla moda del momento.
“Al momento le stampe sono l’unica cosa che interessa, qui, è una mania, i giovani artisti non fanno altro che questo.”
Il qui è ovviamente Parigi, e questa citazione è tratta da una lettera che il celebre pittore Camille Pissarro scrisse a suo figlio. Illustrazione, stampa, litografia… Un fenomeno dalla portata mondiale stava nascendo e ben presto avrebbe investito tutti.
Le arti visive si mescolavano all’editoria di largo consumo, per una rivoluzione destinata a entrare nelle case e nelle menti di tutti. Nel 1912 a Londra nacque la prima agenzia pubblicitaria della storia.
Jules Chéret: il padre del manifesto pubblicitario moderno
Vi siete mai chiesti da dove deriva l’uso della figura femminile nella pubblicità? La risposta è un nome, Jules Chéret. Monsieur Chéret, pubblicitario e pittore, comprese al volo l’importanza dell’immagine rispetto al testo e quindi la necessità di attirare l’attenzione con immagini che fossero quasi magnetiche.
In tutta la sua carriera Jules Chéret realizzerà più di 1000 manifesti dall’alto valore artistico guadagnandosi il titolo di “Padre del poster pubblicitario”.
Il periodo della rivoluzione industriale, così movimentato e frizzante dal punto di vista lavorativo e artistico, fu la culla perfetta per la nascita dei manifesti pubblicitari come li conosciamo oggi: le raffinate arti visive iniziano a dialogare col popolo tramite l’editoria di massa e con i manifesti l’arte scende nelle strade e nelle piazze.
L’uso della figura femminile nei manifesti pubblicitari
La presenza della donna nella pubblicità è influenzata anche dalle correnti artistiche dell’800, tra cui il Romanticismo nel quale la figura femminile ha un ruolo centrale, basti pensare a “La libertà che guida il Popolo” di Eugène Delacroix dove una donna raffigurante la libertà e la patria guida il suo Popolo con un seno nudo, oppure a “La colazione sull’erba” di Manet dove una ragazza conversa con due giovani borghesi e ci guarda senza vergognarsi del suo corpo nudo.
Con la diffusione dei manifesti pubblicitari nell’800 inizia anche a diffondersi l’uso della figura femminile per catturare l’attenzione e bendisporre i potenziali clienti.
Info:
011 9584124
393 9114518
info@thebridgeinstitute.com
Orario segreteria:
da lunedì a venerdì 9.30-12.30 / 15.30-19.00
sabato: solo su appuntamento